
Malika è nata 27 anni fa in un piccolo villaggio della provincia di Fkih Ben Salah, a sud-est di Casablanca. Proviene da una famiglia di contadini e si è sposata in giovanissima età con suo cugino Said, come vuole un’usanza piuttosto diffusa nella cultura del suo paese.
La sua giovane vita trascorre fra rinunce e sacrifici: non ha mai frequentato la scuola e dopo il matrimonio ha abbandonato qualsiasi altra occupazione che non fosse la cura dei suoi due figli.
Said, il giovane marito, ha deciso ben presto di emigrare all’estero: supportato dal fratello maggiore che viveva già da tempo in Europa, ha raggiunto l’Italia passando per il sistema delle cosiddette quote previste dal decreto flussi di qualche anno fa. Fin da subito è riuscito a inserirsi nel mondo del lavoro e ora vive stabilmente in un comune della provincia di Parma.
Certo, non è stata un scelta facile per lui. “Separarsi dalla famiglia” – ci racconta la donna – “ha procurato in lui una sofferenza enorme, ma non aveva alternative visto che, qui nel nostro paese, non aveva un impiego che gli consentisse di aiutare, come desiderava, sia noi che i suoi genitori. Un suo cruccio, inoltre, è quello di non essere riuscito a completare gli studi, era molto bravo a scuola e ha sempre coltivato il desiderio di laurearsi”, ci confida con una punta di orgoglio e di compiacimento la giovane Malika.
D’altra parte la piccola città che li ha visti nascere a crescere non offre grandi possibilità in tal senso: mancano le infrastrutture basilari e la scuola più vicina si trova a più di 10 Km di distanza dalle loro abitazioni, per non parlare delle condizioni di grande ristrettezza economica delle rispettive famiglie che non potevano certo investire nella formazione dei propri figli.
Appena Malika ha saputo della richiesta di ricongiungimento familiare fatta da Said in Italia, sono sopraggiunti in lei tutti i timori legati al fatto di dover abbandonare il suo villaggio e l’affetto dei suoi amati genitori, anche se ha subito pensato al benessere che potranno ricavarne sia lei che i sui figli, i quali, crescendo, iniziano a soffrire parecchio la lontananza del loro papà, che per loro è quasi un mito, una leggenda vivente, di cui vanno fieri e orgogliosi.
“Quel che è certo – ci confessa Malika – “è che il Progetto Form@ si sta dimostrando una fonte di aiuto preziosa: l’assistenza e il calore umano che sto ricevendo in queste ultime settimane mi danno forza e sicurezza. Sgombrata la mia mente dalle ansie che avevo accumulato negli ultimi tempi, ora mi appare ben chiaro quale sia la priorità per me e per i miei figli, che è quella di ricomporre un equilibrio di sentimenti e di affetti spezzato, ahimè, troppo presto”.