
Si tramanda di generazione in generazione che in Cina, nella vasta provincia dello Zhejiang, in un passato assai remoto vivesse una meravigliosa dea guerriera, discendente da un’antica e nobile stirpe. La leggenda vuole che la dea, con un secco colpo di spada, riuscì nell’impresa di liberare i poveri contadini da un demone con le sembianze di topo che minacciava i loro raccolti. Così, si crede che in quelle zone le donne, su esempio della loro leggendaria antenata, abbiano imparato a essere forti tanto nel fisico quanto nello spirito. Ed è proprio dalla provincia di Zhejiang, più precisamente dalla città di Wenzhou, che proviene una donna altrettanto forte e intraprendente: Xu Yuqin. Questi vive a Chieri, in provincia di Torino, ha quarantuno anni e un bel paio di occhi a mandorla, che si riempiono di luce e gioia quando parla di sua figlia, che di anni ne ha quindici ed è rimasta a vivere coi nonni, in Cina.
“Io e mio marito gestiamo un negozio di abbigliamento, fino a due anni fa avevamo tanto lavoro e preferivamo che nostra figlia rimanesse a Wenzhou, in modo da completare il primo ciclo di studi. Con la crisi economica il lavoro è diminuito e sono aumentati i problemi sul fronte economico, ma ciò che ci premura di più è che la nostra bambina possa finalmente raggiungerci qui in Italia. Sarebbe bello se lei riuscisse ad acquisire una solida formazione biculturale e integrarsi positivamente nel tessuto sociale italiano, sarebbe ancora più bello se potessimo finalmente riabbracciarla e vivere con lei”, ci confida Xu Yuqin.
Sono circa 9.500 chilometri a dividere questi genitori dalla luce dei loro occhi. Sono circa 9.500 i chilometri che separano la provincia di Torino dalla regione cinese da cui proviene il 90% dei cinesi che vivono e lavorano in Italia, proprio come Xu Yuqin e suo marito. Sono circa 9.500 i chilometri che il Progetto Form@ potrebbe colmare portando a compimento questa storia di ricongiungimento familiare.
“Ho fatto domanda di ricongiungimento con l’aiuto dell’ANGI – racconta Xu Yuqin – che ha immediatamente coinvolto me e mia figlia nel Progetto Form@. Non vi sto a raccontare l’enorme beneficio che ne abbiamo fin da subito ricavato: senza il loro supporto difficilmente ci saremmo raccapezzati nel groviglio di pratiche burocratiche a cui siamo sottoposti”.
Ora Wenzhou, coi suoi 3 milioni di abitanti (9 milioni, contando quelli della regione che vi gravita attorno), con la sua costa e con le montagne che la circondano, sembra già più vicina. Ora questi genitori si sentono già più vicini alla loro unica e adorata figlia.
“Spero che, tramite il Progetto Form@, la nostra bambina possa approcciarsi alla lingua e alla cultura italiana in modo da inserirsi facilmente nel mondo della scuola una volta che sarà finalmente qui accanto a noi. Ha sempre manifestato profondo interesse per la cultura ed è una ragazza molto volenterosa, sono convinta che non troverà particolari difficoltà a proseguire con profitto i suoi studi anche qui in Italia”, conclude con tono compiaciuto e orgoglioso la donna.
Nel frattempo, a Wenzhou, la figlia di Xu Yuqin ha da poco iniziato la formazione pre-partenza prevista dal progetto Form@.
“Negli ultimi giorni – ci racconta soddisfatta Xu Yuqin – sento mia figlia padroneggiare con maggiore sicurezza l’italiano, che comunque già in parte conosceva, sebbene in maniera assai sommaria ed elementare. La sento felice: mi racconta entusiasta le nozioni legate alla storia e alla cultura italiana che sta imparando e di come si senta positivamente affiancata e supportata dagli operatori di Progetto, che si stanno dimostrando una fonte di aiuto assai preziosa e importante. Avendo già una prima conoscenza della lingua e del contesto generale di riferimento, sarà sicuramente più facile per lei integrarsi in Italia. Sia per me che per mio marito è stato tutto più difficoltoso, non conoscevamo l’italiano e quel poco che sapevamo dell’Italia ci arrivava dalle scarne testimonianze di chi era emigrato prima di noi”.