
Hana toglie la mascherina chirurgica e i guanti. Stringe la mano al medico, che la ringrazia. Si trova bene nel suo nuovo posto di lavoro: una clinica italiana, nella quale è stata assunta grazie all’esperienza e alle capacità sviluppate nel suo paese d’origine, e all’interessamento di suo marito, che si trova in Italia da più anni di lei.
Hana ha 35 anni e viene dalla Tunisia. “Nel mio paese ho studiato da infermiera, e successivamente ho lavorato a lungo in un ospedale pubblico. Un buon posto, ben pagato e apprezzato dalla gente.”
Viveva circondata dall’affetto dei genitori e delle sorelle, in un paese dove non fa mai freddo, dove il clima, soprattutto nelle zone di mare, è piacevole tutto l’anno. Con le mobilitazioni del popolo tunisino iniziava nel 2011 la stagione della cosiddetta Primavera araba: oggi, fra mille contraddizioni e incertezze, l’aria per Hana e per i suoi concittadini è sicuramente più respirabile rispetto al passato.
Tuttavia, alla vita della giovane donna mancava un pezzo importante. “Mi mancava mio marito, che si era trasferito in Italia da tempo. Eravamo sposati da quattro anni, ma in tutto quel tempo avevamo potuto vivere insieme soltanto le vacanze invernali e quelle estive.” Periodi che volavano via troppo veloci. Così, Hana ha compiuto l’unica scelta possibile: trasferirsi anch’ella in Italia. È stata una decisione difficile, come inevitabilmente succede a chi lascia la propria terra e una parte importante dei propri affetti. E poi, l’Italia, che pure dista appena un lembo di mare, è così diversa per tradizioni, storia, lingua, cultura: “sono una persona socievole, ambiziosa, ma le differenze non potevano non spaventarmi. Avevo paura di non trovarmi bene, nella vita quotidiana come a lavoro.”
Fortunatamente, la giovane si è trovata coinvolta nel Progetto Form@, grazie al quale ha potuto apprendere più velocemente non solo le leggi e la cultura del suo nuovo paese, ma anche la lingua, che ha studiato e approfondito soprattutto sul versante specialistico dell’italiano medico; questo le ha consentito un rapido e agevole inserimento dal punto di vista socio-lavorativo.
Oggi Hana è felice: ha potuto coronare il suo sogno d’amore e si sente una donna finalmente appagata. “Mi manca la Tunisia, penso spesso ai miei genitori e alle mie sorelle… Ma oggi sento che l’Italia è anche casa mia.”