
La solidarietà è un dono fatto da chi, dando vita a iniziative individuali o collettive, fornisce sostegno morale o materiale al prossimo. La solidarietà non pretende ricompensa, se non la soddisfazione di aver offerto il proprio aiuto a chi ne aveva bisogno. Ognuno di noi ha diritto ad essere felice: solo quando comprendiamo questo riusciamo a non rimanere indifferenti davanti al prossimo, solo quando comprendiamo questo possiamo dare il nostro contributo, trattando l’altro come se fossimo noi stessi. Lo sa bene Edith Luz Padilla Nicasio, operatrice dell’Ufficio Immigrazione del Patronato Acli di Perugia.
Edith assiste i migranti nei percorsi di ricongiungimento famigliare, pienamente convinta che non esista niente di più bello delle azioni che partono dal cuore, senza aspettative di tornaconto. Percorsi che consentono a persone lontane di riabbracciarsi e che, da qualche mese a questa parte, sono semplificati dal Progetto Form@. “Si tratta di un progetto di capitale importanza perché aiuta lo straniero, facilitando le pratiche burocratiche e il cammino verso l’integrazione. Mediante la formazione pre-partenza, i beneficiari possono studiare la lingua e la cultura italiana già nel loro Paese d’origine, trovandosi notevolmente avvantaggiati all’arrivo nel Belpaese”, sostiene Edith.
L’operatrice del capoluogo umbro, nel corso degli anni, ha assistito molti richiedenti ricongiungimento, ma alcune storie le sono rimaste davvero nel cuore: “Nel 2013, per esempio, ho iniziato ad assistere una donna originaria dell’Ecuador gravemente malata. La signora, già titolare di permesso di soggiorno, desiderava a tutti i costi poter riabbracciare suo marito e suo figlio, ma per fare in modo che ciò accadesse sarebbe stato prima necessario acquisire i requisiti necessari, tra questi la disponibilità di un certo reddito. Venne molte volte da me in ufficio a cercare sostegno e nei suoi occhi non potevo che leggere tanta sofferenza”. La ricerca di un qualche lavoro, infatti, si rivelò problematica, ma per fortuna andò a buon fine. “Un giorno la signora si è ripresentata al Patronato, felice di potermi comunicare che un datore di lavoro era stato trovato. Non riesco neanche a descrivere la gioia che mi ha pervaso nel poter finalmente iniziare la sua pratica di ricongiungimento famigliare”, racconta Edith. L’operatrice ha poi avuto modo di illustrare alla richiedente il Progetto Form@, suscitando in lei grande entusiasmo e curiosità dinanzi alla possibilità di preparare e formare i famigliari in previsione della partenza per l’ Italia, mentre si attende il nullaosta.
La storia di Edith e dei suoi assistiti ci riporta al valore supremo della solidarietà sociale, come scolpito dall’art. 2 della Costituzione italiana: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”