
Terra baciata dal sole, bagnata dalle acque del Mediterraneo a nord e dall’Oceano Atlantico a est, mentre a sud si apre la vastità del Sahara. Allo sguardo di chi lo ammira, il Marocco offre meraviglia e bellezza che possono mancare al cuore di chi vi è nato, ma è partito alla ricerca di fortuna verso lidi lontani. Come Abderrahman, che si è trasferito in Italia nel 2005 lasciando la sua famiglia a Casablanca. Arrivato a L’Aquila per cercare un lavoro migliore, oggi il 61enne ha un grande sogno: riabbracciare il figlio Anas, di 17 anni.
“In Italia ho trovato una sistemazione stabile, con un buon alloggio. Ma i miei cari sono distanti e le uniche persone sui cui posso contare sono gli amici conosciuti qui”, racconta Abderrahman. L’uomo, che attualmente svolge la professione di collaboratore familiare, non cela l’emozione: “Sento la nostalgia di mia moglie e dei miei figli, di mia madre e degli amici. Ma mi manca tanto anche Casablanca, la città che mi ha visto crescere e di cui custodisco tanti bei ricordi. Come quelli legati al calcio, che è da sempre la mia passione”.
Una passione che oggi Abderrahman condivide chiacchierando di sport con gli amici italiani nel tempo libero. Quegli stessi momenti in cui l’uomo, lontano dagli impegni lavorativi, fa progetti per sé e per la sua famiglia: “Vorrei che i miei cari, una volta arrivati in Italia, si integrassero e trovassero un buon impiego”.
Una volontà che l’uomo sta trasformando in realtà grazie al Progetto Form@, promosso e gestito – ricordiamolo – dai quattro patronati del Ce.Pa. (Acli, Inas, Inca e Ital), finanziato dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione, attraverso i ministeri Interno, Esteri, Lavoro e realizzato in partenariato con l’Associazione Nuova Generazione Italo-cinese, l’Anolf, Unirama s.a.s e l’International Language School.
“Il Progetto Form@ aiuterà mio figlio ad imparare l’italiano e a conoscere questo Paese prima di raggiungermi”, dice Abderrahman volgendo il pensiero ad Anas, che vive in Marocco con la madre casalinga, i fratelli e la nonna. “In Marocco porto avanti i miei studi e coltivo il mio amore per la lettura e per il calcio”, dice il ragazzo che desidera avvicinare le due sponde del Mediterraneo riabbracciando il padre.
Una storia fatta di sacrifici e lontananza, quella della famiglia di Abderrahman e Anas. “Mi manca tanto mio padre, ma non nascondo di avere qualche timore a partire. A Casablanca lascio le persone che amo e i miei amici, ma so che Progetto Form@ mi aiuterà a superare le paure e a programmare il mio arrivo in Italia senza ansie”, dice il 17enne riferendosi all’assistenza pre-partenza prevista dal progetto.
Al di là dell’assistenza burocratico-amministrativa, Form@ pone infatti l’accento sulla formazione che precede la partenza e favorisce la conoscenza del tessuto socio-culturale italiano, così da rendere meno complessa l’integrazione e l’incontro con una cultura tanto differente da quella d’origine. Particolare attenzione, dunque, è riservata ai processi di cambiamento/adattamento socio-personale.
Gli operatori patronati si fanno ponte tra mondi diversi, testimoni del percorso che le famiglie di immigrati affrontano per adattarsi a un nuovo contesto, pur mantenendo la propria identità. Per questo occorrono assistenza culturale e psicologica: elementi che aiuteranno anche Abderrahman e Anas a riconciliarsi senza paure, finalmente. Perché le distanze si accorciano, se solo si tende la mano.