
In Moldavia nelle ultime settimane si sono intensificate le iniziative dei formatori e degli operatori di Patronato impiegati sul territorio moldavo per promuovere i servizi offerti da Form@: interviste e presenze in radio e tv, campagne nei territori e appuntamenti di discussione pubblica (a margine dell’articolo i vari link di riferimento) fanno da contorno alle attività legate più nello specifico al Progetto Form@,
Questi appuntamenti sono stati anche l’occasione per tentare un’analisi dei fenomeni migratori che coinvolgono la popolazione moldava.
La Repubblica di Moldavia è uno dei Paesi maggiormente colpiti dal fenomeno dell’emigrazione, sia di breve che di lungo periodo. Il tasso di emigrazione risulta elevatissimo e, a fronte di una popolazione residente di circa 3 milioni e mezzo, circa un ulteriore milione e mezzo si trova all’estero. Se nell’Europa orientale la migrazione moldava ha avuto come mete privilegiate Russia, Ucraina, Romania, Israele e Turchia, nell’Europa occidentale è l’Italia, insieme a Portogallo, Grecia e Spagna, a rappresentare una delle principali destinazioni.
L’inizio dell’immigrazione moldava in Italia viene generalmente collocato verso la fine degli anni ’90 quando, la crisi economica e gli elevati tassi di disoccupazione da un lato e la fase di profonda transizione politica dall’altro, hanno fatto dell’emigrazione un fenomeno sociale di crescente rilevanza per la Moldavia. L’Italia si afferma già in quegli anni come una delle destinazioni principali dei moldavi che prendono la via dell’estero. La componente femminile risulta nettamente predominante all’interno della collettività moldava presente nel territorio nazionale raggiungendo oggi i due terzi del totale. Ma si assiste ad un progressivo aumento anche della presenza maschile, segno di un (lento) processo di normalizzazione demografica attestante un insediamento che comincia ad assumere carattere familiare. Tradizionalmente, infatti, la scelta dell’Italia – e in generale dei Paesi europei del bacino del Mediterraneo, dove è forte la domanda di lavoro domestico e di cura alla persona – come destinazione delle migrazioni moldave è tendenzialmente caratterizzata da predominanza femminile, mentre gli uomini prediligono spostarsi verso Est. Quanto alla distribuzione della presenza moldava sul territorio nazionale, si rileva innanzitutto una marcata concentrazione nelle Regioni del Nord: qui, in oltre la metà dei casi, risiedono i cittadini moldavi giunti in Italia. Nel complesso, si delinea una presenza distribuita poco uniformemente lungo la Penisola, in misura più accentuata rispetto a quanto avviene in generale per la popolazione immigrata che pure, com’è noto, tende a concentrarsi nelle aree in grado di offrire maggiori e migliori capacità occupazionali.
Il confronto con i dati rilevati in media tra tutti gli alunni stranieri, evidenzia come i moldavi si distinguano per una maggiore presenza nelle scuole secondarie di II grado e, specularmente, per una quota di iscritti più bassa nelle scuole dell’infanzia. Tra la popolazione moldava, infatti, è più frequente che il ricongiungimento dei figli avvenga in età adolescenziale, dopo aver avviato gli studi in terra d’origine.
La fase di maggiore incremento della presenza moldava in Italia si rileva a partire dall’anno 2002, con la “grande regolarizzazione” che accompagnò la legge 189/2002 (cd. Bossi-Fini): la comunità proveniente dalla Moldavia si classificò come ottava collettività non comunitaria per numero di regolarizzati. Oggi, a distanza di un decennio, i moldavi in Italia sono più che quadruplicati; inoltre – come si è già scritto – la loro composizione fortemente femminile e l’inserimento quasi esclusivo nei servizi di assistenza alle persone e alle famiglie ne fanno un emblema del nuovo “mercato globale della cura”. In Italia, i cittadini provenienti dalla Moldavia costituiscono la quinta collettività più numerosa tra gli occupati stranieri e registrano un tasso di disoccupazione inferiore a quello medio dei non comunitari. I lavoratori moldavi sono inseriti nella misura di quasi i tre quarti del totale nei servizi, per poco più di un quinto nell’industria e per un ventesimo nel settore agricoltura.
Un altro che caratterizza questa comunità rispetto alla media degli stranieri presenti nel nostro Paese è l’età media piuttosto alta: molte donne moldave, infatti, affrontano la migrazione da sole al fine di sostenere il resto della famiglia rimasta in patria e spesso, quando partono, hanno già figli adolescenti o hanno varcato la soglia dei cinquant’anni.
Valeria Biagiotti, ambasciatrice italiana in Moldavia intervistata da Free Europe (link a seguire), ci descrive un contesto comunque favorevole per quanto riguarda gli esiti dell’emigrazione moldava in Italia: “Il grado di integrazione è davvero molto alto. Ciò è dimostrato anche dall’elevato numero di matrimoni misti registrati. I dati riferiti al 2015 indicano 780 matrimoni tra cittadini italiani e moldavi. Bisogna anche menzionare il ruolo svolto dalla comunità moldava in Italia, se pensiamo in particolare al ruolo svolto dalle donne: il 48% di loro è impiegato nel campo dell’assistenza agli anziani e ai malati. È un ruolo molto delicato, che crea speciali rapporti di familiarità e fiducia tra cittadini italiani e donne moldave”.
L’ambasciatrice italiana in Moldavia si sofferma anche sull’impatto economico legato alla presenza dei lavoratori moldavi in Italia: “Si registra un crescente dinamismo da parte della comunità moldava nella creazione di attività sul territorio italiano. Al momento, si contano circa 5.000 imprese moldave in Italia, soprattutto di tipo individuale. Altri elementi interessanti, che aiutano a comprendere l’integrazione dei cittadini moldavi in Italia, sono legati al gran numero di studenti che intraprendono un percorso didattico o accademico nel nostro Paese. Così, al momento, abbiamo circa 25.000 studenti di origine moldava che frequentano le scuole italiane e circa 2.500 studenti che frequentano corsi universitari”.
L’ambasciatrice fa infine riferimento all’importanza assunta dagli accordi fra governo moldavo e governo italiano per supportare il cammino di chi sceglie la via dell’Italia e per garantire ai lavoratori moldavi il godimento delle presentazioni sociali previste dal sistema di welfare italiano
Fra le migliori esperienze di gestione e governo dei processi migratori c’è senz’altro la procedura di ricongiungimento familiare, così come ripensata nell’ambito del Progetto Form@, che – ricordiamolo ancora – coinvolge anche i cittadini moldavi, i quali possono far riferimento agli uffici territoriali di Patronato con sede a Chisinau.
Come abbiamo visto, il fenomeno migratorio dalla Moldavia verso l’Italia è di particolare rilievo tanto che, in un dialogo televisivo (link in fondo al testo) con Eterina Deleu e Vasile Tărîţă (profili impiegati per conto del patronato nelle attività di progetto), il sociologo Petru Negura ha ricordato l’impatto significativo che le rimesse dei lavoratori moldavi in Italia hanno avuto sullo sviluppo della Moldavia nel decennio 2000-2010. Negli ultimi tempi, tra l’altro, capita di imbattersi nelle prime esperienze di rientro in Moldavia dopo un lungo periodo di vita e lavoro in Italia.
Le rimesse costituiscono un aspetto importante della vicenda migratoria per un duplice motivo: in primo luogo per gli immigrati, che con questi risparmi provvedono a soddisfare le esigenze della famiglia rimasta in patria (sostentamento, formazione dei figli, ecc.), a saldare eventuali debiti o a preparare il ritorno attraverso l’avvio di un’attività in proprio; in secondo luogo per lo stesso Paese d’origine, che beneficia in modo indiretto, ma non per questo meno importante, del flusso di denaro in entrata, potendo disporre di un capitale “aggiuntivo” utile non solo ai fini del bilancio complessivo dello Stato, ma anche alla realizzazione di investimenti produttivi. E si pensi che la Moldavia riceve dalla rimesse oltre un quarto del Pil nazionale.
Vasile Tărîţă, operatore di patronato a Chisinau, descrive un Paese pieno di contraddizioni, che – pur in maniera stentata – sembra avviarsi verso un sentiero di ripresa, soprattutto grazie all’apporto di chi è emigrato all’estero. Ma Vasile descrive anche un Paese che, agli occhi di chi lo abita, offre uno scenario fatto di quartieri e di città che sembrano svuotarsi sempre più di vita e di occasioni di socializzazione.
Gli ultimi dati rivelano che la Repubblica moldava è tra i primi 10 Paesi dell’Est che hanno registrato le più alte percentuali di spopolamento, insieme a Bulgaria, Lettonia, Croazia, Lituania, Serbia, Polonia, Ungheria, Romania e Ucraina.
In ogni caso, la testimonianza di Vasile Tărîţă ci aiuta a rifuggire da una visione spesso distorta e semplificata della popolazione moldava in Italia. “Molto spesso per gli italiani i moldavi sono solo badanti, colf, e operai. Ma ci sono anche moldavi dottori, traduttori, e imprenditori; in più il premio per il miglior romanzo straniero del 2012 è stato assegnato ad un autore moldavo”, racconta Vasile. “Per comprendere a fondo la gente moldava bisogna osservarla con una lente speciale, al di là delle apparenze. Innanzitutto il moldavo è accogliente e disponibile verso lo straniero, prova una sincera soddisfazione nel coccolare l’ospite, facendolo sentire a proprio agio e, per onorarlo, è pronto ad offrirgli tutto ciò che ha, anche se questo tutto è molto poco”.
1) Link trasmissione televisiva andata in onda, 25/12/2018 presso il Canale TV 8
Il link della trasmissione Politica – http://tv8.md/tv8-show/politica-nataliei-morari-25-12-18/
Politica Nataliei Morari / 25.12.18 /
tv8.md Talk-show politic care poate fi vizionat în rusă și română în ziua de marți la ora 21.30. Natalia Morari împreună cu invitații săi aduce în prim-plan problemele societății și care sunt soluțiile lor pe segmentul politic. Moderatoarea abordează subiectele cu o pertinență uimitoare posedând știința întrebării, care e combinată cu imparțialitate asumată și bazată pe crearea unei relații de egalitate cu intervievatul fără show-uri mediatice, dar cu atitudine tăioasă. |
Il link dell’articolo pubblicato sul sito del canale TV 8 – http://tv8.md/2018/12/26/diaspora-s-a-dovedit-a-fi-cel-mai-bun-investitor-al-republicii-Moldavia-opinie/
Diaspora s-a dovedit a fi cel mai bun investitor al Republicii Moldavia, opinie – TV8.md
tv8.md Migrația cetățenilor moldoveni peste hotare trebuie abordată din mai multe aspecte. Atât din perspectiva familiilor despărțite, cât și din vizorul beneficiilor pe care le-a avut fenomenul migrației asupra dezvoltării țării. |
2)Link degli articoli e le trasmissioni audio che sono state realizzate la scorsa settimana con la Radio Europa Libera:
1. https://www.europalibera.org/a/de-ce-r%C4%83m%C3%A2ne-pustiu-satul-moldovenesc-/29656834.html?fbclid=IwAR1cs1lTWpr35tVoVtTrXzICqo25rbestFgN9GDAZhnIlY7A8iaWqmeyn8Q – dopo una anteprima sulla situiazione socio-economica del paese, riporta l’intervista realizzata con il relatore Petru Negura e Ecaterina Deleu su Form@;
2. https://www.europalibera.org/a/valeria-biagiotti-drepturile-cet%C4%83%C8%9Benilor-moldoveni-%C3%AEn-italia-sunt-garantate-/29656396.html – riposta l’intervista realizzata con l’Ambasciatrice Valeria Biagiotti;
„Sentimentul fericirii nu va dura prea mult și vor fi nevoiți „să crească mai departe în Moldavia”.
Jurnalul săptămânal cu Vasile Tarîța. |
De ce rămâne pustiu statul moldovenesc? (VIDEO)
Valentina Ursu în dialog cu locuitori din Dondușeni, cu Ecaterina Deleu, cercetătoare în domeniul migrației, și cu Petru Negură, sociolog. |