Non è vero che tutte le famiglie felici si assomigliano. La felicità non è un’unità di misura, non è una foto incorniciata in bella mostra sopra uno scaffale del salotto. La felicità famigliare può soffrire la lontananza, la felicità famigliare può essere ritrovata e ricomposta. Lo sa bene Federico che lavora nel Patronato a Bologna dal 2006, che fra le tante attività si trova spesso alle prese con le pratiche di ricongiungimento familiare: “È una delle attività più belle di cui ci si possa occupare. La persona che ti siede di fronte sta per ricostruire la sua vita con la propria famiglia, sta per riabbracciare moglie, marito, figli grandi o magari piccolissimi, che ha visto solo qualche settimana negli ultimi anni”.
A.N.G.I., Associazione Nuova Generazione Italocinese, partner nel Progetto FORM@ ha attivato una help-line telefonica destinata a fornire informazioni e supporto per l’accesso alle attivita’ di formazione ai familiari dei richiedenti il ricongiungimento familiare.
Serena parla poi del Progetto Form@ e lo fa in termini più che positivi. “Tutti ne sono entusiasti. Finalmente hanno qualcuno che si occupa del disbrigo delle pratiche dei famigliari in patria e, al tempo stesso, hanno noi che ci prendiamo cura dei loro casi in Italia. Questo rende ogni cosa più semplice. Poi, imparare preventivamente la lingua e conoscere la cultura italiana rende tutti più sereni”, racconta la responsabile. In molti tornano a ringraziarla in ufficio e lei, da par sua, non può che gioire dell’aiuto offerto a queste persone: “Ieri un assistito originario del Senegal mi ha raccontato che sta dicendo a tutti di venire a presentare domanda di ricongiungimento dai noi dell’Inca. Questi piccoli gesti sanno regalarmi una soddisfazione indescrivibile”
Hana toglie la mascherina chirurgica e i guanti. Stringe la mano al medico, che la ringrazia. Si trova bene nel suo nuovo posto di lavoro: una clinica italiana, nella quale è stata assunta grazie all’esperienza e alle capacità sviluppate nel suo paese d’origine, e all’interessamento di suo marito, che si trova in Italia da più anni di lei.
Hana ha 35 anni e viene dalla Tunisia. “Nel mio paese ho studiato da infermiera, e successivamente ho lavorato a lungo in un ospedale pubblico. Un buon posto, ben pagato e apprezzato dalla gente.”